“L’ospedale di Città di Castello fa parte della rete di emergenza della regione, è strategico per l’Usl Umbria 1 e per il sistema sanitario, come dimostrano gli investimenti che sono programmati, le assunzioni, l’avvio di nuovi servizi, per cui è da escludere che esista una qualsivoglia volontà di ridimensionarlo”. E’ in sintesi il pensiero espresso dal direttore generale dell’Usl Umbria 1 Giuseppe Legato nel consiglio monotematico dedicato alle prospettive e allo sviluppo dei servizi sanitari dell’USL Umbria 1. La seduta è stata introdotta dal presidente del consiglio comunale Stefano Nardoni e dal sindaco Luciano Bacchetta, che ha ringraziato il direttore generale dell’Usl Umbria 1 per “l’atto non dovuto e non usuale di accettare l’invito dei capigruppo dell’assise a fare il punto sulla situazione dell’ospedale di Città di Castello e dei servizi territoriali”. Il primo cittadino ha sottolineato l’esigenza di una “opportuna e giusta” riflessione alla luce della nuova organizzazione dettata dalla riforma del sistema sanitario regionale, “che - ha rilevato Bacchetta – ha comportato una inevitabile fase di transizione a livello gestionale, derivante dal passaggio a un’azienda che comprende sette ospedali, e ha determinato criticità connesse ai nuovi assetti”. In un contesto in evoluzione, il sindaco ha ricordato il finanziamento da parte della Regione dell’acquisto del nuovo acceleratore lineare per la radioterapia, “un fatto – ha sottolineato - di grandissimo rilievo, che fa crescere ulteriormente un’eccellenza del nostro ospedale”, e gli oltre tre milioni di euro del legato Mariani, “che – ha puntualizzato - saranno oggetto di un percorso di confronto per la stipula di un accordo di programma tra Comune, Usl Umbria 1 e Regione per la loro opportuna finalizzazione, nel quale l’amministrazione coinvolgerà tutto il consiglio comunale”.
Relazione direttore generale Legato. Ad avviare il dibattito è stata la relazione del direttore generale dell’Usl Umbria 1 Giuseppe Legato, che ha illustrato la situazione attuale della sanità tifernate e indicato le principali azioni intraprese per il presidio ospedaliero locale e per i servizi territoriali. Nel quadro di estrema incertezza sulle disponibilità economiche che verranno concesse alla Sanità con la prossima finanziaria, il responsabile dell’Usl Umbria 1 ha dato conto di una gestione che “permetterà di chiudere il bilancio in equilibrio anche nel 2014, come l’anno scorso”. A proposito del bilancio, Legato ha preso l’impegno di dare seguito quanto prima, in considerazione della voluminosità del fascicolo, alla richiesta della presidenza del consiglio comunale formalizzata nei giorni scorsi di mettere a disposizione dei consiglieri comunali una copia del documento previsionale 2014. Il direttore generale ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’Usl Umbria 1 sarà destinataria della fetta più grande del finanziamento da dieci milioni di euro attivato dalla Regione dell’Umbria per il sistema sanitario regionale, con una somma totale di 3 milioni e 200 mila euro e ha anticipato che l’azienda accorcerà quanto più possibile i tempi per la gara necessaria all’acquisto del nuovo acceleratore lineare per l’ospedale di Città di Castello. “Un investimento- ha chiarito – che andrà ad aggiungersi a ulteriori altri che potremo fare con risorse nostre, perché siamo riusciti quest’anno a contrarre un mutuo grazie al quale miglioreremo strutture e dotazione tecnologica dei nostri presidi sanitari”. Legato ha parlato di dati assolutamente positivi per l’ospedale di Città di Castello, “che ha recuperato in efficienza e ha funzionato ancora più a regime”. “Il tasso di utilizzo dell’ospedale è salito del 12 per cento, è aumentata l’attività chirurgica e alla fine dell’anno avremo 40 nascite in più rispetto al 2013”, ha spiegato il direttore generale, che ha dato conto anche del fatto che sia progressivamente diminuita la mobilità passiva degli utenti, ovvero che per gli interventi chirurgici i cittadini scelgano sempre più l’ospedale di Città di Castello, anziché rivolgersi ad altre strutture regionali od extraregionali. “Si tratta - ha osservato Legato - di indicatori di qualità che smentiscono il chiacchiericcio che quando diventa opinione pubblica fa danno a chi lavora nella struttura dando risposte di qualità agli utenti”. Il direttore generale ha informato il consiglio comunale che sono state assunte 16 figure professionali in più rispetto a quelle in servizio, escludendo il turn-over, che hanno permesso di avviare anche nuovi servizi, come la Residenza Sanitaria Assistita aperta nel mese di maggio all’ospedale tifernate, “che – ha detto Legato - a oggi ha registrato già 1.072 giornate di degenza, che in mancanza di questa struttura sarebbero equivalse a ricoveri impropri nel nosocomio o a dimissioni anticipate che avrebbero potuto creare disagi gestionali nelle famiglie”. “Oltre a ciò - ha aggiunto Legato - stiamo stabilizzando il personale con contratti a tempo determinato mediante l’attivazione di concorsi”. Il direttore generale ha dato conto anche della riorganizzazione dei dipartimenti “dalla quale – ha affermato - è uscita un’equa distribuzione geografica degli apicali, scelti con la professionalità come criterio determinante”. Il direttore generale ha rivolto un sentito ringraziamento alle associazioni di volontariato del territorio per la grande disponibilità a collaborare e a concretizzare gli obiettivi di miglioramento della dotazione tecnologica dell’ospedale individuati dall’azienda, testimoniato ulteriormente dal recente acquisto di due mammografi a Città di Castello e Branca. Legato si è, quindi, soffermato sulla questione delle liste di attesa, chiarendo che l’Usl Umbria 1 si è già mossa nel solco del piano straordinario definito dalla Regione alle aziende, “aumentando l’offerta di prestazioni del 20-25 per cento – ha sostenuto - ma con cautela, lavorando sulla qualità e sull’appropriatezza delle prescrizioni con i medici di medicina generale”. A questo proposito, il responsabile dell’azienda ha anche fatto presente che “il 15 per cento delle prestazioni potrebbe essere recuperato solo con gli utenti che prenotano e poi non si presentano per esami e visite”. “Possiamo dire che la riforma sanitaria è a regime solo dall’inizio dell’anno – ha evidenziato Legato – perché l’anno scorso abbiamo dovuto far dialogare più di cento procedure informatiche e ora possiamo dire di essere in grado di sapere con certezza la situazione gestionale in tutti i presidi”
Dibattito. Il consigliere del Psi Vittorio Morani ha posto la questione della “definizione del ruolo che deve avere l’ospedale di Città di Castello nell’attuale Usl Umbria 1”, chiedendo di sapere “quali funzioni e attività deve svolgere il presidio tifernate” e “se continuerà a mantenere i servizi esistenti o saranno potenziati”. L’esponente della maggioranza ha, poi, chiesto che l’ospedale di Città di Castello possa vedersi conferire “il riconoscimento di Breast-unit”, in ragione del fatto che “già adesso nei reparti viene effettuata tutta l’attività riguardante il cancro alla mammella”. “I casi trattati sono circa 200 all’anno – ha puntualizzato Morani – ma sono in costante aumento e il nostro ospedale ha tutte le carte in regola per giocare una partita importante, con obiettivi strategici forti che gli permettano di diventare un punto di eccellenza forte”. Il consigliere del Psi ha chiesto anche il consolidamento dell’attività di oncologia, con il potenziamento eventuale della radioterapia, e ha lanciato la proposta di realizzare a Città di Castello la “Casa della salute, che – ha detto - permetterebbe di concentrare in un'unica sede servizi sparsi in tutto il comprensorio e anche di risparmiare su affitti e utenze”. Il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni ha dato atto alla nuova dirigenza dell’Usl Umbria 1 di aver dimostrato attenzione e considerazione per il territorio tifernate, accogliendo anche sollecitazioni venute dal gruppo consiliare come l’acquisto dell’acceleratore lineare e l’orario continuato al Cup. “Sarebbe comunque necessario migliorare ancora il Cup – ha sostenuto l’esponente della minoranza – aggiungendo un terzo operatore negli orari di punta e dando la possibilità di prenotare le visite e gli esami on line”. Cuccaroni ha, quindi, toccato il tasto delle liste di attesa, segnalando “gli eccessivi tempi e la frustrazione dei cittadini che vedono passare avanti chi ha le possibilità economiche per accedere all’intramoenia ed ottenere subito le prestazioni”. “Alcune Asl hanno sperimentato l’allungamento degli orari di lavoro per effettuare esami e visite al sabato pomeriggio e alla domenica mattina, in modo da diminuire i tempi di attesa per le prestazioni”, ha suggerito Cuccaroni. Dal capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti è stato espresso il rammarico di non avere a disposizione il bilancio dell’Usl Umbria 1. Il presidente del consiglio comunale Nardoni ha allora chiarito che la richiesta è stata inviata all’azienda solo venerdì scorso e il direttore generale Legato ha ribadito la propria disponibilità a inviare la documentazione per posta elettronica. Busatti ha quindi ripreso il proprio intervento, sottolineando che “il chiacchiericcio cui si fa riferimento è piuttosto fondato”. “Si sente dire che Branca sta diventando più importante di Città di Castello”, ha portato un esempio il consigliere per sostenere che “l’aspettativa dei tifernati è che le caratteristiche di eccellenza dell’ospedale non vengano perse o ridimensionate”. “Anche sulla nomina delle figure apicali risulta che siano stati stranamente penalizzati i nostri operatori sanitari locali, che erano invece all’altezza”. “Non accettiamo che logiche politiche regionali possano declassare o emarginare il nostro ospedale”, ha rimarcato Busatti che ha chiesto che l’Usl Umbria 1 smentisca con fatti dimostrabili questa percezione. Il consigliere del Pd Gionata Gatticchi ha ricordato come la vecchia Asl 1 fosse “un esempio di virtù per i suoi servizi e anche per i suoi bilanci, cosa non comune nemmeno in una regione che è sempre stata un’eccellenza a livello nazionale”. “Un sistema eccellente come quello che c’era deve essere continuamente alimentato”, ha sostenuto Gatticchi, che ha richiamato l’attenzione sul documento approvato dal consiglio comunale all’epoca dell’avvio della riforma sanitaria regionale “per chiedere che venisse mantenuto il livello qualitativo dei servizi e un rapporto stretto tra direzione e territorio”. “Credo che il modello policentrico che si proponeva in quel documento – ha affermato Gatticchi – debba essere ripreso in considerazione, perché l’idea di costituire una rete di centri specializzati risponde all’esigenza di premiare la qualità delle prestazioni e anche di tutelare i bilanci”. Gatticchi ha evidenziato “la carenza nella regione di una visione complessiva che permetta di creare un sistema virtuoso”. “I cittadini hanno la preoccupazione di disporre di servizi eccellenti, che in un sistema policentrico potrebbero essere ottenuti – ha concluso Gatticchi – anche riducendo i doppioni, magari quelli più costosi, che a volte sono responsabilità della politica”. Il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha proposto una visione gestionale diversa, sostenendo: “non è vero che non si possano fare debiti in questo settore, quando ci sono delle priorità, si potrebbe anche chiudere un bilancio in deficit per dare risposte alle necessità”. “Ci vuole coraggio da parte di chi amministra – ha affermato - perché tagliare servizi per ottenere risultati positivi di bilancio e premi per i dirigenti non va bene”. Il rappresentante della minoranza ha citato il taglio avvenuto anni fa della massoterapia come esempio di questa logica e ha chiesto che si investa sulle peculiarità dell’ospedale, sollecitando l’implementazione di servizi come la guardia chirurgica e la guardia pediatrica e si garantisca l’operatività delle incubatrici, anziché indirizzare i neonati prematuri a Perugia. “Vorremmo che il direttore generale esprimesse qualche lamentela, perché è compito nostro intervenire su eventuali problematiche e sollecitare la politica a trovare le soluzioni”, ha detto Sassolini, che ha invitato anche ad “un’azione di controllo delle dichiarazioni dei redditi degli utenti per verificare che abbiano o meno diritto a esenzioni o riduzioni dei pagamenti”. Dal consigliere del Psi Luigi Bartolini è stata ribadita l’esigenza che “un territorio che fa da cerniera a tre regioni abbia una corretta identificazione del proprio ruolo all’interno dell’Usl Umbria 1”. “Se il nostro ospedale è un presidio della rete di emergenza – ha detto – devono essere attivati i servizi non coperti, come la guardia chirurgica, anestesiologica e radiologica e la doppia guardia in ostetricia”. Nell’esprimere apprezzamento per quanto è stato fatto per l’acquisto dell’acceleratore lineare, l’esponente della maggioranza ha chiesto anche l’aggiornamento delle tecnologie, “visto che alcune sono obsolete”, il potenziamento delle attività di eccellenza, “soprattutto oncologia e radioterapia”, il “completamento delle opere murarie previste all’ospedale e la corretta manutenzione delle strutture”. A condividere l’istanza di “non perseguire solamente il risparmio per rincorrere la logica della spending review” è stato il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno, che ha chiesto di “guardare al mantenimento degli standard qualitativi dei servizi e al loro sviluppo e miglioramento come ambizione da perseguire”. Il consigliere ha sostenuto l’importanza di creare la Casa della salute, che razionalizzerebbe i servizi, produrrebbe ulteriore risparmi per l’azienda dalla eliminazione degli affitti e rappresenterebbe un miglioramento per r cittadini. “Ci sarebbe in prospettiva la possibilità di utilizzare il vecchio ospedale”, ha affermato Alunno, che ha chiesto indicazioni sulla volontà di raggiungere questo obiettivo e sulle prospettive che si vogliono dare all’ospedale tifernate. Il capogruppo del Patto Civico per Città di Castello Cristian Braganti ha richiamato l’attenzione sul piano di comunicazione dell’Usl Umbria 1 consultabile sul portale dell’azienda sanitaria, giudicando “positivo investire in questo ambito, perché è importante per gli utenti, i quali spesso all’arrivo all’ospedale hanno qualche perplessità nel muoversi”. “Alcuni ospedali hanno prodotto delle App per consentire di individuare servizi e percorsi, ma anche per effettuare prenotazioni e prestazioni”, ha evidenziato il consigliere, che ha invitato a tenere presenti anche le esigenze degli utenti anziani. “Perché non investire in un servizio di accoglienza in ospedale, con personale possa accompagnare i cittadini?”, ha chiesto Braganti. L’esponente della minoranza ha concluso, quindi, chiedendo indicazioni relative al fondo per la non autosufficienza, con particolare riferimento alla domanda che viene rilevata e alla adeguatezza o meno delle risorse disponibili. Il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini ha ricordato che “nel territorio della Usl Umbria 1 Città di Castello è la città più grande dopo Perugia e ha il presidio ospedaliero più grande dopo l’azienda ospedaliera del capoluogo regionale”. “Per questo – ha puntualizzato - abbiamo avvertito fin dall’inizio una grossa responsabilità, derivante dall’importanza e dall’eccellenza di questo territorio nel sistema sanitario umbro, dovuta alla professionalità degli operatori sanitari, di cui siamo andati sempre fieri”. “Il nuovo direttore generale ha fatto moltissimo in questo periodo, compiendo passi epocali come l’apertura della Rsa, la stabilizzazione della copertura delle cure oncologiche domiciliari, il nuovo vigore dato alla radioterapia, lo stimolo alla riduzione della spesa farmaceutica – ha osservato Zucchini - vorremmo però che il livello elevato dei servizi venisse mantenuto, abbiamo bisogno di forti progettualità per l’ospedale di Città di Castello, di una forte caratterizzazione, di obiettivi di crescita, perché gli operatori sanitari potrebbero fare ancora meglio con una prospettiva davanti”. L’esponente della maggioranza ha, pertanto, chiesto una “forte attenzione a tutta la filiera dell’emergenza e lo sfruttamento delle “potenzialità sottoutilizzate”, come quelle rappresentate da Villa Montesca, “che – ha detto - potrebbe rappresentare un forte punto di aggregazione culturale, ospitando percorsi di formazione sanitaria”, e dalla Muzi Betti, “che merita massima attenzione”. Zucchini ha infine chiuso con la sollecitazione a riconoscere a Città di Castello la sede legale dell’Usl Umbria 1, “atto di forte caratterizzazione politica – ha puntualizzato - che non perderei di vista”. Il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini ha ribadito che “l’eccellenza del nostro ospedale è merito delle sue professionalità”, chiarendo che “nessuno pensa che si vogliano smantellare i servizi di Città di Castello, ma all’interno della struttura, tra il personale, si percepisce questo e lo percepiscono anche gli utenti”. L’esponente del Centrodestra ha quindi richiamato l’attenzione sul servizio andato in onda nella trasmissione televisiva “Le Iene” a proposito del costo triplicato delle attrezzature ortopediche, avanzando perplessità sul fatto che la situazione possa essere paradigmatica di una gestione complessiva dell’azienda. “L’esempio del plantare oggetto del servizio è emblematico del fatto che si può fare di meglio”, ha sostenuto Mancini, che ha invitato il direttore generale a tenere conto che “i territori che producono ricchezza a livello regionale pretendono servizi e in questo territorio la gente pretende molto”. Il rappresentante della minoranza ha chiesto che si lavori per abbattere i tempi a volte troppo lunghi delle liste di attesa, dichiarando di avere la certezza che “ci sono situazioni in cui molti beneficiari di prestazioni, italiani e stranieri, non corrispondono il prezzo dovuto” e invitando a controllare la situazione. “C’è poi il problema che molte persone non si presentano, ma ingolfano le liste – ha rilevato Mancini – per cui bisognerebbe prevedere di far pagare subito la prestazione e pagare il doppio se non ci si presenta”. Il consigliere ha infine sollecitato l’Usl Umbria 1 a far i tempi del trasferimento del centro per l’infanzia di palazzo Mercati e chiesto un presidio ancora più costante della polizia all’ospedale.
Replica direttore generale Legato. Il direttore generale dell’Usl Umbria 1 Legato ha preso di nuovo la parola per replicare agli interventi, partendo dalla individuazione della sede legale dell’azienda, “che – ha detto – è una decisione che non spetta a me, ma alla politica regionale”. Sul ruolo dell’ospedale di Città di Castello, il responsabile dell’azienda sanitaria ha ribadito che il presidio “è inserito nella rete regionale dell’emergenza, nella quale è la configurazione geografica stessa dell’Umbria a determinare la strategia di valorizzazione delle strutture”, secondo un asse ideale che comprende a nord il nosocomio tifernate, al centro le strutture di Perugia e Foligno e a sud quella di Terni. “Non c’è assolutamente la volontà di nessuno di ridimensionare l’ospedale di Città di Castello”, ha chiarito Legato, che ha sottolineato come anche per quanto riguarda la Senologia, il presidio tifernate sia considerato il polo di riferimento insieme a quello di Perugia e che tutti i professionisti dell’azienda stiamo lavorando in base a questa logica. A proposito delle attrezzature tecnologiche, il responsabile dell’azienda sanitaria ha riconosciuto che “quello dell’obsolescenza dei macchinari è un problema che si trascina da molti anni, da quando non ci sono più finanziamenti specifici”. “Quest’anno però – ha puntualizzato – contiamo di effettuare alcuni interventi che ci permettano di rinnovare le attrezzature almeno in parte”. In questo contesto, è stato ricordato come fin da giugno 2013 l’azienda avesse sollecitato la Regione a prevedere l’investimento per l’acceleratore lineare e ha anticipato che verranno sostenuti i costi di ulteriori interventi sull’ospedale di Città di Castello, dopo quello per la Rsa che ha comportato una spesa di 50 mila euro. “Interverremo per 300 mila euro per l’adeguamento dell’impiantistica antincendio; indiremo la gara per il completamento della palazzina per le prestazioni intramoenia per la quale abbiamo avuto il finanziamento, come per il palazzo ex Inam, sul quale investiremo 487 mila euro; installeremo un impianto di trigenerazione da 600 mila euro per la produzione di calore; completeremo i nuovi servizi per la riabilitazione e l’età evolutiva entro l’anno”. “Complessivamente verranno investiti 4 milioni 200 mila euro sull’ospedale di Città di Castello”, ha sottolineato Legato, che ha preannunciato l’avvio della programmazione degli investimenti per il 2015, con i responsabili di strutture complesse e dipartimenti che sono già stati invitati a presentare un piano del fabbisogno aggiornato. “Per l’ospedale di Città di Castello e per tutta l’azienda stiamo cercando di perseguire il miglioramento dei servizi”, ha precisato il direttore generale, che ha escluso l’ipotesi che l’ospedale di Branca possa essere avvantaggiato su Città di Castello. “La stragrande maggioranza dei professionisti specializzati lavora sia qui che a Branca, le specialistiche sono in tutte e due le strutture”, ha chiarito Legato, che ha preannunciato l’avvio delle procedure per la costituzione delle commissioni per la nomina dei nuovi primari, che a Città di Castello interesseranno Ostetricia e ginecologia, Radioterapia, Otorinolaringoiatria e Chirurgia plastica ricostruttiva. “E’ dunque facile per me smentire qualunque disegno di smantellamento del presidio di Città di Castello”, ha aggiunto Legato, che ha ricondotto la rinuncia al servizio di massoterapia alla circostanza che queste prestazioni non sono previste nei Livelli Essenziali di Assistenza. Sulle liste di attesa, il direttore generale ha riconosciuto l’esistenza di alcune criticità, ridotte comunque essenzialmente a tre tipologie di prestazioni, confermando la determinazione a migliorare la situazione “senza squilli di tromba per non creare aspettative eccessive”. “Lavoreremo anche in collaborazione con i cittadini, che devono presentarsi, anche se non possiamo chiedere il pagamento del ticket per prestazione a due mesi”, ha evidenziato Legato, che ha chiarito come le aziende sanitarie non possano effettuare controlli incrociati sulle dichiarazioni dei redditi, pur ammettendo che quando ogni anno arrivano i tabulati del ministero, dal confronto con i dati in possesso dell’azienda emergano a volte situazioni discordanti. Sulla comunicazione all’interno dell’ospedale è stato ribadito l’interesse dell’azienda a migliorare, ferma restando la necessaria valutazione dei costi che comporta ad esempio un servizio specifico di accoglienza. Legato ha parlato anche della Casa della salute, ricordando di essere stato lui ad aprire l’unica presente finora in Umbria e osservando che l’esperimento funziona, ma spiegando che serve un aiuto della programmazione regionale e in ultima analisi anche una valutazione sulla riforma dell’attività dei medici di medicina generale, che subirà una trasformazione nei rapporti con il sistema sanitario. Sui conti aziendali, il rappresentante dell’Usl Umbria 1 ha informato il consiglio che nel 2013 sono stati conseguiti 2 milioni di euro di economie prodotte con la spending review, senza ridurre i servizi. “I bilanci però non si possono chiudere in deficit – ha spiegato Legato - perché se dovesse succedere i cittadini pagherebbero questa situazione con l’aumento delle tasse, oltre che con il blocco delle assunzioni”. A questo proposito è stato fato presente che per il concorso per l’assunzione di infermieri bandito dall’azienda sono arrivate 16mila domande. “Vengono tutti da noi – ha osservato Legato - perché dal Lazio in giù le aziende sanitarie non possono assumere per via della situazione finanziaria, mentre in Umbria possiamo ancora farlo”. Quanto al Prina, il direttore generale ha ammesso l’estrema incertezza che grava sui servizi per la difficoltà a stabilire la disponibilità dio risorse economiche, che sono comunque state ripristinate. L’ultimo aspetto toccato è stato quello relativo al servizio de “Le Iene” sui costi delle attrezzature ortopediche, in merito al quale Legato ha chiarito che l’azienda sanitaria svolge correttamente i riscontri dovuti, sulla base comunque di un prezziario che risale a un decreto ministeriale del 1999. “In questo caso – ha puntualizzato il direttore generale – con il suo il comportamento il rivenditore è venuto meno al rapporto di fiducia con l’azienda e ha creato un danno di immagine”. “Siccome fa parte di una categoria di esercizi autorizzati dalla Regione – ha preannunciato Legato – faremo una doverosa segnalazione all’ente perché vengano presi provvedimenti”.
“L’ospedale di Città di Castello fa parte della rete di emergenza della regione, è strategico per l’Usl Umbria 1 e per il sistema sanitario, come dimostrano gli investimenti che sono programmati, le assunzioni, l’avvio di nuovi servizi, per cui è da escludere che esista una qualsivoglia volontà di ridimensionarlo”. E’ in sintesi il pensiero espresso dal direttore generale dell’Usl Umbria 1 Giuseppe Legato nel consiglio monotematico dedicato alle prospettive e allo sviluppo dei servizi sanitari dell’USL Umbria 1. La seduta è stata introdotta dal presidente del consiglio comunale Stefano Nardoni e dal sindaco Luciano Bacchetta, che ha ringraziato il direttore generale dell’Usl Umbria 1 per “l’atto non dovuto e non usuale di accettare l’invito dei capigruppo dell’assise a fare il punto sulla situazione dell’ospedale di Città di Castello e dei servizi territoriali”. Il primo cittadino ha sottolineato l’esigenza di una “opportuna e giusta” riflessione alla luce della nuova organizzazione dettata dalla riforma del sistema sanitario regionale, “che - ha rilevato Bacchetta – ha comportato una inevitabile fase di transizione a livello gestionale, derivante dal passaggio a un’azienda che comprende sette ospedali, e ha determinato criticità connesse ai nuovi assetti”. In un contesto in evoluzione, il sindaco ha ricordato il finanziamento da parte della Regione dell’acquisto del nuovo acceleratore lineare per la radioterapia, “un fatto – ha sottolineato - di grandissimo rilievo, che fa crescere ulteriormente un’eccellenza del nostro ospedale”, e gli oltre tre milioni di euro del legato Mariani, “che – ha puntualizzato - saranno oggetto di un percorso di confronto per la stipula di un accordo di programma tra Comune, Usl Umbria 1 e Regione per la loro opportuna finalizzazione, nel quale l’amministrazione coinvolgerà tutto il consiglio comunale”.
Relazione direttore generale Legato. Ad avviare il dibattito è stata la relazione del direttore generale dell’Usl Umbria 1 Giuseppe Legato, che ha illustrato la situazione attuale della sanità tifernate e indicato le principali azioni intraprese per il presidio ospedaliero locale e per i servizi territoriali. Nel quadro di estrema incertezza sulle disponibilità economiche che verranno concesse alla Sanità con la prossima finanziaria, il responsabile dell’Usl Umbria 1 ha dato conto di una gestione che “permetterà di chiudere il bilancio in equilibrio anche nel 2014, come l’anno scorso”. A proposito del bilancio, Legato ha preso l’impegno di dare seguito quanto prima, in considerazione della voluminosità del fascicolo, alla richiesta della presidenza del consiglio comunale formalizzata nei giorni scorsi di mettere a disposizione dei consiglieri comunali una copia del documento previsionale 2014. Il direttore generale ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’Usl Umbria 1 sarà destinataria della fetta più grande del finanziamento da dieci milioni di euro attivato dalla Regione dell’Umbria per il sistema sanitario regionale, con una somma totale di 3 milioni e 200 mila euro e ha anticipato che l’azienda accorcerà quanto più possibile i tempi per la gara necessaria all’acquisto del nuovo acceleratore lineare per l’ospedale di Città di Castello. “Un investimento- ha chiarito – che andrà ad aggiungersi a ulteriori altri che potremo fare con risorse nostre, perché siamo riusciti quest’anno a contrarre un mutuo grazie al quale miglioreremo strutture e dotazione tecnologica dei nostri presidi sanitari”. Legato ha parlato di dati assolutamente positivi per l’ospedale di Città di Castello, “che ha recuperato in efficienza e ha funzionato ancora più a regime”. “Il tasso di utilizzo dell’ospedale è salito del 12 per cento, è aumentata l’attività chirurgica e alla fine dell’anno avremo 40 nascite in più rispetto al 2013”, ha spiegato il direttore generale, che ha dato conto anche del fatto che sia progressivamente diminuita la mobilità passiva degli utenti, ovvero che per gli interventi chirurgici i cittadini scelgano sempre più l’ospedale di Città di Castello, anziché rivolgersi ad altre strutture regionali od extraregionali. “Si tratta - ha osservato Legato - di indicatori di qualità che smentiscono il chiacchiericcio che quando diventa opinione pubblica fa danno a chi lavora nella struttura dando risposte di qualità agli utenti”. Il direttore generale ha informato il consiglio comunale che sono state assunte 16 figure professionali in più rispetto a quelle in servizio, escludendo il turn-over, che hanno permesso di avviare anche nuovi servizi, come la Residenza Sanitaria Assistita aperta nel mese di maggio all’ospedale tifernate, “che – ha detto Legato - a oggi ha registrato già 1.072 giornate di degenza, che in mancanza di questa struttura sarebbero equivalse a ricoveri impropri nel nosocomio o a dimissioni anticipate che avrebbero potuto creare disagi gestionali nelle famiglie”. “Oltre a ciò - ha aggiunto Legato - stiamo stabilizzando il personale con contratti a tempo determinato mediante l’attivazione di concorsi”. Il direttore generale ha dato conto anche della riorganizzazione dei dipartimenti “dalla quale – ha affermato - è uscita un’equa distribuzione geografica degli apicali, scelti con la professionalità come criterio determinante”. Il direttore generale ha rivolto un sentito ringraziamento alle associazioni di volontariato del territorio per la grande disponibilità a collaborare e a concretizzare gli obiettivi di miglioramento della dotazione tecnologica dell’ospedale individuati dall’azienda, testimoniato ulteriormente dal recente acquisto di due mammografi a Città di Castello e Branca. Legato si è, quindi, soffermato sulla questione delle liste di attesa, chiarendo che l’Usl Umbria 1 si è già mossa nel solco del piano straordinario definito dalla Regione alle aziende, “aumentando l’offerta di prestazioni del 20-25 per cento – ha sostenuto - ma con cautela, lavorando sulla qualità e sull’appropriatezza delle prescrizioni con i medici di medicina generale”. A questo proposito, il responsabile dell’azienda ha anche fatto presente che “il 15 per cento delle prestazioni potrebbe essere recuperato solo con gli utenti che prenotano e poi non si presentano per esami e visite”. “Possiamo dire che la riforma sanitaria è a regime solo dall’inizio dell’anno – ha evidenziato Legato – perché l’anno scorso abbiamo dovuto far dialogare più di cento procedure informatiche e ora possiamo dire di essere in grado di sapere con certezza la situazione gestionale in tutti i presidi”
Dibattito. Il consigliere del Psi Vittorio Morani ha posto la questione della “definizione del ruolo che deve avere l’ospedale di Città di Castello nell’attuale Usl Umbria 1”, chiedendo di sapere “quali funzioni e attività deve svolgere il presidio tifernate” e “se continuerà a mantenere i servizi esistenti o saranno potenziati”. L’esponente della maggioranza ha, poi, chiesto che l’ospedale di Città di Castello possa vedersi conferire “il riconoscimento di Breast-unit”, in ragione del fatto che “già adesso nei reparti viene effettuata tutta l’attività riguardante il cancro alla mammella”. “I casi trattati sono circa 200 all’anno – ha puntualizzato Morani – ma sono in costante aumento e il nostro ospedale ha tutte le carte in regola per giocare una partita importante, con obiettivi strategici forti che gli permettano di diventare un punto di eccellenza forte”. Il consigliere del Psi ha chiesto anche il consolidamento dell’attività di oncologia, con il potenziamento eventuale della radioterapia, e ha lanciato la proposta di realizzare a Città di Castello la “Casa della salute, che – ha detto - permetterebbe di concentrare in un'unica sede servizi sparsi in tutto il comprensorio e anche di risparmiare su affitti e utenze”. Il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni ha dato atto alla nuova dirigenza dell’Usl Umbria 1 di aver dimostrato attenzione e considerazione per il territorio tifernate, accogliendo anche sollecitazioni venute dal gruppo consiliare come l’acquisto dell’acceleratore lineare e l’orario continuato al Cup. “Sarebbe comunque necessario migliorare ancora il Cup – ha sostenuto l’esponente della minoranza – aggiungendo un terzo operatore negli orari di punta e dando la possibilità di prenotare le visite e gli esami on line”. Cuccaroni ha, quindi, toccato il tasto delle liste di attesa, segnalando “gli eccessivi tempi e la frustrazione dei cittadini che vedono passare avanti chi ha le possibilità economiche per accedere all’intramoenia ed ottenere subito le prestazioni”. “Alcune Asl hanno sperimentato l’allungamento degli orari di lavoro per effettuare esami e visite al sabato pomeriggio e alla domenica mattina, in modo da diminuire i tempi di attesa per le prestazioni”, ha suggerito Cuccaroni. Dal capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti è stato espresso il rammarico di non avere a disposizione il bilancio dell’Usl Umbria 1. Il presidente del consiglio comunale Nardoni ha allora chiarito che la richiesta è stata inviata all’azienda solo venerdì scorso e il direttore generale Legato ha ribadito la propria disponibilità a inviare la documentazione per posta elettronica. Busatti ha quindi ripreso il proprio intervento, sottolineando che “il chiacchiericcio cui si fa riferimento è piuttosto fondato”. “Si sente dire che Branca sta diventando più importante di Città di Castello”, ha portato un esempio il consigliere per sostenere che “l’aspettativa dei tifernati è che le caratteristiche di eccellenza dell’ospedale non vengano perse o ridimensionate”. “Anche sulla nomina delle figure apicali risulta che siano stati stranamente penalizzati i nostri operatori sanitari locali, che erano invece all’altezza”. “Non accettiamo che logiche politiche regionali possano declassare o emarginare il nostro ospedale”, ha rimarcato Busatti che ha chiesto che l’Usl Umbria 1 smentisca con fatti dimostrabili questa percezione. Il consigliere del Pd Gionata Gatticchi ha ricordato come la vecchia Asl 1 fosse “un esempio di virtù per i suoi servizi e anche per i suoi bilanci, cosa non comune nemmeno in una regione che è sempre stata un’eccellenza a livello nazionale”. “Un sistema eccellente come quello che c’era deve essere continuamente alimentato”, ha sostenuto Gatticchi, che ha richiamato l’attenzione sul documento approvato dal consiglio comunale all’epoca dell’avvio della riforma sanitaria regionale “per chiedere che venisse mantenuto il livello qualitativo dei servizi e un rapporto stretto tra direzione e territorio”. “Credo che il modello policentrico che si proponeva in quel documento – ha affermato Gatticchi – debba essere ripreso in considerazione, perché l’idea di costituire una rete di centri specializzati risponde all’esigenza di premiare la qualità delle prestazioni e anche di tutelare i bilanci”. Gatticchi ha evidenziato “la carenza nella regione di una visione complessiva che permetta di creare un sistema virtuoso”. “I cittadini hanno la preoccupazione di disporre di servizi eccellenti, che in un sistema policentrico potrebbero essere ottenuti – ha concluso Gatticchi – anche riducendo i doppioni, magari quelli più costosi, che a volte sono responsabilità della politica”. Il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha proposto una visione gestionale diversa, sostenendo: “non è vero che non si possano fare debiti in questo settore, quando ci sono delle priorità, si potrebbe anche chiudere un bilancio in deficit per dare risposte alle necessità”. “Ci vuole coraggio da parte di chi amministra – ha affermato - perché tagliare servizi per ottenere risultati positivi di bilancio e premi per i dirigenti non va bene”. Il rappresentante della minoranza ha citato il taglio avvenuto anni fa della massoterapia come esempio di questa logica e ha chiesto che si investa sulle peculiarità dell’ospedale, sollecitando l’implementazione di servizi come la guardia chirurgica e la guardia pediatrica e si garantisca l’operatività delle incubatrici, anziché indirizzare i neonati prematuri a Perugia. “Vorremmo che il direttore generale esprimesse qualche lamentela, perché è compito nostro intervenire su eventuali problematiche e sollecitare la politica a trovare le soluzioni”, ha detto Sassolini, che ha invitato anche ad “un’azione di controllo delle dichiarazioni dei redditi degli utenti per verificare che abbiano o meno diritto a esenzioni o riduzioni dei pagamenti”. Dal consigliere del Psi Luigi Bartolini è stata ribadita l’esigenza che “un territorio che fa da cerniera a tre regioni abbia una corretta identificazione del proprio ruolo all’interno dell’Usl Umbria 1”. “Se il nostro ospedale è un presidio della rete di emergenza – ha detto – devono essere attivati i servizi non coperti, come la guardia chirurgica, anestesiologica e radiologica e la doppia guardia in ostetricia”. Nell’esprimere apprezzamento per quanto è stato fatto per l’acquisto dell’acceleratore lineare, l’esponente della maggioranza ha chiesto anche l’aggiornamento delle tecnologie, “visto che alcune sono obsolete”, il potenziamento delle attività di eccellenza, “soprattutto oncologia e radioterapia”, il “completamento delle opere murarie previste all’ospedale e la corretta manutenzione delle strutture”. A condividere l’istanza di “non perseguire solamente il risparmio per rincorrere la logica della spending review” è stato il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno, che ha chiesto di “guardare al mantenimento degli standard qualitativi dei servizi e al loro sviluppo e miglioramento come ambizione da perseguire”. Il consigliere ha sostenuto l’importanza di creare la Casa della salute, che razionalizzerebbe i servizi, produrrebbe ulteriore risparmi per l’azienda dalla eliminazione degli affitti e rappresenterebbe un miglioramento per r cittadini. “Ci sarebbe in prospettiva la possibilità di utilizzare il vecchio ospedale”, ha affermato Alunno, che ha chiesto indicazioni sulla volontà di raggiungere questo obiettivo e sulle prospettive che si vogliono dare all’ospedale tifernate. Il capogruppo del Patto Civico per Città di Castello Cristian Braganti ha richiamato l’attenzione sul piano di comunicazione dell’Usl Umbria 1 consultabile sul portale dell’azienda sanitaria, giudicando “positivo investire in questo ambito, perché è importante per gli utenti, i quali spesso all’arrivo all’ospedale hanno qualche perplessità nel muoversi”. “Alcuni ospedali hanno prodotto delle App per consentire di individuare servizi e percorsi, ma anche per effettuare prenotazioni e prestazioni”, ha evidenziato il consigliere, che ha invitato a tenere presenti anche le esigenze degli utenti anziani. “Perché non investire in un servizio di accoglienza in ospedale, con personale possa accompagnare i cittadini?”, ha chiesto Braganti. L’esponente della minoranza ha concluso, quindi, chiedendo indicazioni relative al fondo per la non autosufficienza, con particolare riferimento alla domanda che viene rilevata e alla adeguatezza o meno delle risorse disponibili. Il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini ha ricordato che “nel territorio della Usl Umbria 1 Città di Castello è la città più grande dopo Perugia e ha il presidio ospedaliero più grande dopo l’azienda ospedaliera del capoluogo regionale”. “Per questo – ha puntualizzato - abbiamo avvertito fin dall’inizio una grossa responsabilità, derivante dall’importanza e dall’eccellenza di questo territorio nel sistema sanitario umbro, dovuta alla professionalità degli operatori sanitari, di cui siamo andati sempre fieri”. “Il nuovo direttore generale ha fatto moltissimo in questo periodo, compiendo passi epocali come l’apertura della Rsa, la stabilizzazione della copertura delle cure oncologiche domiciliari, il nuovo vigore dato alla radioterapia, lo stimolo alla riduzione della spesa farmaceutica – ha osservato Zucchini - vorremmo però che il livello elevato dei servizi venisse mantenuto, abbiamo bisogno di forti progettualità per l’ospedale di Città di Castello, di una forte caratterizzazione, di obiettivi di crescita, perché gli operatori sanitari potrebbero fare ancora meglio con una prospettiva davanti”. L’esponente della maggioranza ha, pertanto, chiesto una “forte attenzione a tutta la filiera dell’emergenza e lo sfruttamento delle “potenzialità sottoutilizzate”, come quelle rappresentate da Villa Montesca, “che – ha detto - potrebbe rappresentare un forte punto di aggregazione culturale, ospitando percorsi di formazione sanitaria”, e dalla Muzi Betti, “che merita massima attenzione”. Zucchini ha infine chiuso con la sollecitazione a riconoscere a Città di Castello la sede legale dell’Usl Umbria 1, “atto di forte caratterizzazione politica – ha puntualizzato - che non perderei di vista”. Il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini ha ribadito che “l’eccellenza del nostro ospedale è merito delle sue professionalità”, chiarendo che “nessuno pensa che si vogliano smantellare i servizi di Città di Castello, ma all’interno della struttura, tra il personale, si percepisce questo e lo percepiscono anche gli utenti”. L’esponente del Centrodestra ha quindi richiamato l’attenzione sul servizio andato in onda nella trasmissione televisiva “Le Iene” a proposito del costo triplicato delle attrezzature ortopediche, avanzando perplessità sul fatto che la situazione possa essere paradigmatica di una gestione complessiva dell’azienda. “L’esempio del plantare oggetto del servizio è emblematico del fatto che si può fare di meglio”, ha sostenuto Mancini, che ha invitato il direttore generale a tenere conto che “i territori che producono ricchezza a livello regionale pretendono servizi e in questo territorio la gente pretende molto”. Il rappresentante della minoranza ha chiesto che si lavori per abbattere i tempi a volte troppo lunghi delle liste di attesa, dichiarando di avere la certezza che “ci sono situazioni in cui molti beneficiari di prestazioni, italiani e stranieri, non corrispondono il prezzo dovuto” e invitando a controllare la situazione. “C’è poi il problema che molte persone non si presentano, ma ingolfano le liste – ha rilevato Mancini – per cui bisognerebbe prevedere di far pagare subito la prestazione e pagare il doppio se non ci si presenta”. Il consigliere ha infine sollecitato l’Usl Umbria 1 a far i tempi del trasferimento del centro per l’infanzia di palazzo Mercati e chiesto un presidio ancora più costante della polizia all’ospedale.
Replica direttore generale Legato. Il direttore generale dell’Usl Umbria 1 Legato ha preso di nuovo la parola per replicare agli interventi, partendo dalla individuazione della sede legale dell’azienda, “che – ha detto – è una decisione che non spetta a me, ma alla politica regionale”. Sul ruolo dell’ospedale di Città di Castello, il responsabile dell’azienda sanitaria ha ribadito che il presidio “è inserito nella rete regionale dell’emergenza, nella quale è la configurazione geografica stessa dell’Umbria a determinare la strategia di valorizzazione delle strutture”, secondo un asse ideale che comprende a nord il nosocomio tifernate, al centro le strutture di Perugia e Foligno e a sud quella di Terni. “Non c’è assolutamente la volontà di nessuno di ridimensionare l’ospedale di Città di Castello”, ha chiarito Legato, che ha sottolineato come anche per quanto riguarda la Senologia, il presidio tifernate sia considerato il polo di riferimento insieme a quello di Perugia e che tutti i professionisti dell’azienda stiamo lavorando in base a questa logica. A proposito delle attrezzature tecnologiche, il responsabile dell’azienda sanitaria ha riconosciuto che “quello dell’obsolescenza dei macchinari è un problema che si trascina da molti anni, da quando non ci sono più finanziamenti specifici”. “Quest’anno però – ha puntualizzato – contiamo di effettuare alcuni interventi che ci permettano di rinnovare le attrezzature almeno in parte”. In questo contesto, è stato ricordato come fin da giugno 2013 l’azienda avesse sollecitato la Regione a prevedere l’investimento per l’acceleratore lineare e ha anticipato che verranno sostenuti i costi di ulteriori interventi sull’ospedale di Città di Castello, dopo quello per la Rsa che ha comportato una spesa di 50 mila euro. “Interverremo per 300 mila euro per l’adeguamento dell’impiantistica antincendio; indiremo la gara per il completamento della palazzina per le prestazioni intramoenia per la quale abbiamo avuto il finanziamento, come per il palazzo ex Inam, sul quale investiremo 487 mila euro; installeremo un impianto di trigenerazione da 600 mila euro per la produzione di calore; completeremo i nuovi servizi per la riabilitazione e l’età evolutiva entro l’anno”. “Complessivamente verranno investiti 4 milioni 200 mila euro sull’ospedale di Città di Castello”, ha sottolineato Legato, che ha preannunciato l’avvio della programmazione degli investimenti per il 2015, con i responsabili di strutture complesse e dipartimenti che sono già stati invitati a presentare un piano del fabbisogno aggiornato. “Per l’ospedale di Città di Castello e per tutta l’azienda stiamo cercando di perseguire il miglioramento dei servizi”, ha precisato il direttore generale, che ha escluso l’ipotesi che l’ospedale di Branca possa essere avvantaggiato su Città di Castello. “La stragrande maggioranza dei professionisti specializzati lavora sia qui che a Branca, le specialistiche sono in tutte e due le strutture”, ha chiarito Legato, che ha preannunciato l’avvio delle procedure per la costituzione delle commissioni per la nomina dei nuovi primari, che a Città di Castello interesseranno Ostetricia e ginecologia, Radioterapia, Otorinolaringoiatria e Chirurgia plastica ricostruttiva. “E’ dunque facile per me smentire qualunque disegno di smantellamento del presidio di Città di Castello”, ha aggiunto Legato, che ha ricondotto la rinuncia al servizio di massoterapia alla circostanza che queste prestazioni non sono previste nei Livelli Essenziali di Assistenza. Sulle liste di attesa, il direttore generale ha riconosciuto l’esistenza di alcune criticità, ridotte comunque essenzialmente a tre tipologie di prestazioni, confermando la determinazione a migliorare la situazione “senza squilli di tromba per non creare aspettative eccessive”. “Lavoreremo anche in collaborazione con i cittadini, che devono presentarsi, anche se non possiamo chiedere il pagamento del ticket per prestazione a due mesi”, ha evidenziato Legato, che ha chiarito come le aziende sanitarie non possano effettuare controlli incrociati sulle dichiarazioni dei redditi, pur ammettendo che quando ogni anno arrivano i tabulati del ministero, dal confronto con i dati in possesso dell’azienda emergano a volte situazioni discordanti. Sulla comunicazione all’interno dell’ospedale è stato ribadito l’interesse dell’azienda a migliorare, ferma restando la necessaria valutazione dei costi che comporta ad esempio un servizio specifico di accoglienza. Legato ha parlato anche della Casa della salute, ricordando di essere stato lui ad aprire l’unica presente finora in Umbria e osservando che l’esperimento funziona, ma spiegando che serve un aiuto della programmazione regionale e in ultima analisi anche una valutazione sulla riforma dell’attività dei medici di medicina generale, che subirà una trasformazione nei rapporti con il sistema sanitario. Sui conti aziendali, il rappresentante dell’Usl Umbria 1 ha informato il consiglio che nel 2013 sono stati conseguiti 2 milioni di euro di economie prodotte con la spending review, senza ridurre i servizi. “I bilanci però non si possono chiudere in deficit – ha spiegato Legato - perché se dovesse succedere i cittadini pagherebbero questa situazione con l’aumento delle tasse, oltre che con il blocco delle assunzioni”. A questo proposito è stato fato presente che per il concorso per l’assunzione di infermieri bandito dall’azienda sono arrivate 16mila domande. “Vengono tutti da noi – ha osservato Legato - perché dal Lazio in giù le aziende sanitarie non possono assumere per via della situazione finanziaria, mentre in Umbria possiamo ancora farlo”. Quanto al Prina, il direttore generale ha ammesso l’estrema incertezza che grava sui servizi per la difficoltà a stabilire la disponibilità dio risorse economiche, che sono comunque state ripristinate. L’ultimo aspetto toccato è stato quello relativo al servizio de “Le Iene” sui costi delle attrezzature ortopediche, in merito al quale Legato ha chiarito che l’azienda sanitaria svolge correttamente i riscontri dovuti, sulla base comunque di un prezziario che risale a un decreto ministeriale del 1999. “In questo caso – ha puntualizzato il direttore generale – con il suo il comportamento il rivenditore è venuto meno al rapporto di fiducia con l’azienda e ha creato un danno di immagine”. “Siccome fa parte di una categoria di esercizi autorizzati dalla Regione – ha preannunciato Legato – faremo una doverosa segnalazione all’ente perché vengano presi provvedimenti”.