Una famiglia di arbitri di calcio: su quattro componenti, esclusa la mamma, gli altri tre, papà e due figli indossano la divisa d’ordinanza con fischietto, cartellini, taccuino e cronometro. Se non fosse per la passione sportiva, quella in particolare legata alla direzione di gare di calcio, la famiglia Benni di Città di Castello, è una bella e affiatata famiglia da guinness dei primati o quasi, proprio grazie a questo hobby ed attività legata al tempo libero che ha contagiato tutti. Ogni fine settimana infatti, in coincidenza con le designazioni che vengono diramate dal Comitato Regionale Aia Umbria (Associazione Italiana Arbitri), papà Flavio, 54 anni, titolare di un noto negozio di calzature nel centro storico, appassionato di calcio, i figli, Rossella, 22 anni, neo-laureata in tecniche di Laboratorio Biomedico con la votazione di 110 e lode ed Alessandro, 19 anni, studente universitario, dopo aver salutato la mamma, Silvana Esposito, borsone alla mano, salgono in auto per raggiungere gli stadi dove si svolgono le gare da dirigere, come arbitri o collaboratori, che gli sono state assegnate. Un rituale familiare a dir poco inedito che ormai si ripete da qualche anno, anche il fine settimana scorso, che non è certo passato inosservato non solo per l’originalità a prima vista, ma per i valori e sani ideali di passione per lo sport e rispetto delle regole, tanto da meritare un riconoscimento ufficiale da parte del comune di Città di Castello. “L’Amministrazione Comunale a Flavio, Rossella e Alessandro Benni famiglia di arbitri di calcio per l’esempio di lealtà, rispetto delle regole, dei valori etici e sportivi dentro e fuori dal rettangolo di gioco”, così recita la motivazione impressa nella targa che oggi allo stadio comunale “Corrado Bernicchi” è stata consegnata dal sindaco, Luca Secondi e dell’assessore allo Sport, Riccardo Carletti, alla presenza del Presidente della sezione Aia di Città di Castello, Gabriele Magrini, per sugellare in maniera ufficiale una bella storia di vita quotidiana di sport e valori che la famiglia Benni rappresenta al meglio attraverso l’arbitraggio. Non solo sport e passione per il “fischietto”, la famiglia Benni è unita anche sul versante della solidarietà, papà Flavio, iscritto da anni alla locale sezione Avis (Associazione Volontari Italiani Sangue) dal 1995 ed ha effettuato, ad oggi, 54 donazioni. È stato premiato con la benemerenza in oro nel 2018. La figlia Rossella è donatrice dal 2020 mentre il figlio Alessandro ha effettuato lo screening iniziale per poter diventare donatore. “Davvero una bella storia di passione per lo sport e di rispetto dei valori etici e delle regole che stanno alla base di ogni disciplina, calcio compreso, e che gli arbitri sono chiamati a mettere in pratica ogni volta. Un ruolo fondamentale e delicato quello del direttore di gara che fa parte a pieno titolo dello sport ad ogni livello: la famiglia Benni lo rappresenta al meglio e noi con orgoglio ne siamo felici”, hanno dichiarato il sindaco Secondi ed assessore Carletti, a nome della città, una città di sportivi, con un tifernate su tre che lo pratica: su 39mila abitanti circa sono 14mila i praticanti impegnati a livello agonistico o amatoriale in una delle circa 40 discipline fruibili nel territorio attraverso oltre 100 società. “La Sezione A.I.A. di Città di Castello gioisce insieme alla famiglia Benni per il riconoscimento che l'Amministrazione Comunale ha stabilito di assegnare per l'impegno sportivo profuso in favore del calcio locale. A Flavio, Rossella e Alessandro vanno anche i nostri speciali complimenti, nel 75esimo anno dalla fondazione della Sezione, perché degni rappresentanti del concetto di famiglia che fortemente anima, insieme agli altri, lo spirito associativo del nostro gruppo”, ha precisato il Presidente della sezione Aia di Città di Castello, Gabriele Magrini. Ma torniamo alla bella storia della famiglia Benni, senza dubbio, la famiglia italiana con più arbitri in attività. Il “capo-famiglia”, Flavio, è diventato arbitro nel 1988 attraverso i manifesti del corso Arbitri a Città di Castello ed ha deciso di provare. “Ho iniziato dai campionati giovanili, poi seconda, prima categoria, Promozione ed Eccellenza Umbra, poi sono transitato nell’organico nazionale in serie D dal 1997 al 2002, andando in tanti stadi e visitando le città più belle d’Italia. La gara più emozionante nel 1999 allo stadio Liberati quando ho fatto l’assistente nell’amichevole di serie A Ternana -Lazio che diventò poi campione d’Italia. Nell 2014 ho partecipato al Corso da Osservatore Arbitrale ed ora giro l’Umbria a visionare i giovani arbitri mettendo a disposizione la mia esperienza, ma non ho abbandonato il campo, infatti ancora arbitro qualche gara, faccio la visita medica agonistica ed i test atletici facendomi trovare pronto in caso di necessità come pochi giorni fa quando ho avuto il piacere di fare l’assistente in una gara di Promozione insieme a due colleghi che avevano l’età dei miei figli: la passione non ha età. Nella vita di tutti i giorni sono titolare del negozio storico di calzature (oltre 50 anni, tre generazioni) e seguo anche l’attività associativa dei commercianti, sono infatti vicepresidente del Consorzio Pro Centro (di cui sono stato uno dei 3 soci fondatori nel 2014) e rappresentante di Confesercenti Città di Castello. Ho trasmesso la mia passione per l’arbitraggio anche ai miei figli – prosegue papà Benni con un pizzico di emozione e tanto orgoglio - prima a Rossella 22 anni, che da piccola mi vedeva tornare col borsone, mi seguiva con la mamma quando ero in zona e guardava le gare in Tv e si è subito appassionata tanto da “costruirsi” da sola i cartellini all’età di 6-7 anni e si è studiata il Regolamento del Giuoco del Calcio già qualche anno prima di diventare arbitro nel 2017. Ha arbitrato gare in prima categoria regionale e Juniores nazionali in terna, poi qualche gara in Promozione come assistente. La gara più emozionante per lei di sicuro quando ha arbitrato la Finale del Campionato di Eccellenza Regionale Femminile in terna con la collaborazione di due assistenti “donne”. Il tutto senza togliere spazio allo studio, Rossella infatti due mesi fa ha brillantemente conseguito presso l’Università di Perugia Dipartimento di Medicina, la laurea in tecniche di Laboratorio Biomedico con la votazione di 110 e Lode.” Ultimo in ordine di tempo in famiglia ad indossare la divisa da arbitro, Alessandro, 19anni. Prima ha giocato a calcio per diversi anni poi coinvolto da me e dalla sorella è diventato arbitro tre anni fa: ora arbitra nei campionati giovanili ed ha fatto anche una gara in promozione come assistente. Anche lui come la sorella frequenta l’università di Perugia Dipartimento Medicina con ottimi risultati. Durante la settimana ci si allena, si prepara la gara anche “studiando” le squadre e poi la domenica anche se in stadi diversi si parte da casa tutti e tre con il borsone da arbitro per una passione che ci accomuna e non conta quale categoria si arbitra, dalla più piccola alla serie A, l’importante è divertirsi sempre, fare nuove amicizie, crescere e formare la personalità. Svolge un ruolo importante anche mia moglie Silvana che ci supporta e ci “sopporta”, quando siamo vicino ci segue ma spesso resta sola a casa aspettando il nostro ritorno quando riportiamo le divise da “lavare”, ed è contenta che condividiamo insieme uno sport bellissimo che ci unisce. Dopo la bella emozione, lo scorso anno in estate, di aver arbitrato insieme a Rossella nel “Torneo In Amicizia”, una bella iniziativa di sport e solidarietà in favore delle popolazioni alluvionate della Romagna, il desiderio – conclude Flavio Benni - è quello di scendere in campo tutti e tre insieme nella stessa gara”. Chissà nella vita i sogni sono sempre a portata di “fischietto”.