Il maestro del ferro battuto che forgia i metalli e riesce quasi d’incanto a trasformarli, nella difficoltà di lavorazione, in autentiche opere d’arte. Dopo il presepe realizzato con materiale riciclato, Gabrio Grilli, “re” dei fabbri, titolare da tre generazioni con la sua famiglia, di una fra le più antiche botteghe nel cuore del Rione Mattonata, ha ultimato un’altra vera e propria opera d’arte: un paio di sandali da donna con tanto di scatola e carta per coprirli, praticamente identici agli originali. Se non fossero di ferro praticamente si potrebbero indossare. Una bella storia, questa dei sandali “inossidabili”, racchiusa fra ricordi e amore per un mestiere che lo ha reso famoso in ambito internazionale nelle numerose rassegne dove ha partecipato, assieme ad altri tifernati ed altotiberini che condividono gelosamente la passione per il ferro battuto, Alessandro Di Bari, Aldo Cataldo e Luca Volonterio. Qualche anno fa infatti quell’opera d’arte da poco uscita nella sua bellezza dalla bottega è scomparsa, forse a qualcuno è piaciuta tanto da diventare oggetto del desiderio diciamo a “tutti i costi”. Il maestro Grilli però non si è perso d’animo e si è messo subito al lavoro davanti all’incudine e a colpi di martello e “cesello” l’ha praticamente rifatta tale e quale, scatola e carta comprese. Quei sandali, al di là della loro bellezza e raffinatezza avevano ed hanno un valore altamente simbolico per il maestro Grilli perché appartenevano alla moglie, Giuliana, scomparsa 17 anni fa. “Mi è dispiaciuto tanto quando mi sono accorto che i sandali che avevo realizzato erano scomparsi da dove li avevo lasciati e senza pensarci troppo ho deciso di realizzarli di nuovo e con una settimana di lavoro ci sono riuscito”, ha precisato con orgoglio ed un pizzico di commozione il maestro Gabrio Grilli, mentre ci mostra, nella sua bottega “museo” in Piazza delle Oche, altri pezzi d’autore come un violino in ferro battuto con “archetto” a cui manca solo la musica e le note tanto è unico ed identico a quello originale. “Questo è un mestiere che si deve amare sempre, lo si ha nel sangue e si porta dentro tutta la vita”, ha concluso Grilli, alle prese, assieme ad altri compagni di avventura, nella fase di preparazione del Campionato del mondo di forgiatura, la Biennale dell’Arte Fabbrile che si ripete da ventiquattro anni a Stia nel Casentino. All’inizio del novecento la bottega fu aperta dal nonno Costantino, in Via delle Santucce in pieno centro storico. Successivamente la sede fu spostata in Piazza delle Oche, nelle vicinanze, una caratteristica piazzetta nel cuore del quartiere della Mattonata: a Costantino succedette il figlio Oreste e poi il figlio Gabrio, quindi la lavorazione del ferro battuto è stata ininterrotta per ben tre generazioni. L’interno della bottega conserva ancora oggi l’atmosfera del secolo scorso: ci sono gli attrezzi da lavoro, tra cui una centenaria incudine, e appesi alle pareti riconoscimenti, attestati e articoli di giornale che narrano la storia di questa secolare lavorazione del ferro. Nelle belle giornate il fabbro lavora direttamente sulla Piazzetta delle Oche, prospiciente il portone del laboratorio, e non è insolito che amici, passanti o turisti si soffermino ad ammirare Gabrio che con abilità e maestria crea le sue opere d’arte in ferro. “Il Maestro Grilli assieme agli altri tifernati che assieme a lui condividono la passione per la lavorazione del ferro e dei metalli sono autentici custodi di tecniche e tradizioni del passato che rappresentano un vanto ed eccellenza per la nostra città. A tutti loro giunga il più sentito grazie ed in bocca al lupo per i prossimi appuntamenti in ambito internazionale, nelle rassegne di settore dove spesso hanno raggiunto il podio più alto”, hanno dichiarato il sindaco, Luca Secondi l’assessore allo sviluppo economico e artigianato, Letizia Guerri.